La tesi che lega l'aumento dell'incidenza dei casi di tumore all'
inquinamento ambientale, che in realtà coinvolge anche altre aree della
Campania, è avvalorata dalle confessioni del boss Gaetano Vassallo, legato al
clan dei Casalesi, che avrebbe per vent'anni lavorato per sversare sistematicamente in
Campania rifiuti tossici corrompendo politici e funzionari del commissariato di Governo
[11][12]. La maggior parte dei rifiuti arriva dal
nord Italia, come anche affermato dal
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel
giugno del
2008[13][14]:
« È assolutamente accertato anche in sede parlamentare [... che ci sono stati ...] sistematici trasferimenti di rifiuti tossici, altamente pericolosi da industrie del nord in territorio campano, con l’attiva cogestione da parte della camorra. » |
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Nelle campagne
campane e nel sangue di alcuni abitanti sono state misurate alte concentrazioni di
policlorobifenili (PCB), che sono prodotti da industrie chimiche assenti in regione
[15]. Fanghi industriali provenienti da
Porto Marghera, per un ammontare di ottomila tonnellate, sarebbero stati smaltiti nelle campagne di
Acerra dai
clan dei Casalesi, grazie a proprietari dei terreni compiacenti, mascherandoli da
compost fertilizzante
[16][17]. Emblematico è il caso di una ditta, i cui beni sono stati sequestrati dai
carabinieri nell'ambito di un'inchiesta partita il
2006[18], che smaltiva illegalmente rifiuti provenienti da industrie del
Veneto e della
Toscana riversandoli nei territori di
Bacoli,
Giugliano e
Qualiano, per un totale, in tre anni, di circa un milione di tonnellate e per un fatturato di 27 milioni di euro. La ditta era già stata oggetto di un'inchiesta nel
2003, ma ha continuato ad agire indisturbata ancora per anni
[19]. A
Marigliano è stata ritrovata interrata un'intera autocisterna piena di sostanze velenose sotterrata in una discarica abusiva
[20][21].
A queste attività, si aggiungono i roghi appiccati per eliminare copertoni, o per recuperare il
rame dai cavi elettrici
[22][23]. I roghi, che producono
diossina, sono diventati più frequenti quando potevano essere confusi tra i numerosi roghi appiccati ai cumuli di immondizia durante la
crisi dei rifiuti in Campania del
2007-
2008. I
carabinieri hanno accertato che solo tra gennaio e marzo
2007 sono stati incendiati in terreni agricoli 30.000 chilogrammi di rifiuti con un ricavo di oltre 118.000 euro
[22].
La presenza di roghi ha dato il nome all'area a nord di
Napoli di
terra dei fuochi[24], nome usato da
Roberto Saviano nel libro
Gomorra come titolo del XI ed ultimo capitolo.
Lo sversamento di rifiuti industriali altamente inquinanti riguarda anche in discariche legali. Già nel
2000 un'inchiesta della commissione parlamentare sui rifiuti
[25] ha messo in luce che probabilmente fanghi dell'
ACNA di
Cengio sono stati smaltiti nella
discarica di
Pianura[26][27], a
Napoli, per un ammontare di almeno ottocentomila tonnellate. Tra gli abitanti delle zone limitrofe alla
discarica di
Pianura, un'indagine epidemiologica ordinata dalla
Procura di
Napoli ha dimostrato che almeno 60 persone hanno contratto il
linfoma di Hodgkin[28]. Irregolarità negli sversamenti nella discarica di
Villaricca emergono anche nelle intercettazioni telefoniche ordinate della
Procura di
Napoli sulla gestione dei rifiuti da parte della FIBE (società del gruppo
Impregilo) che si occupa dello smaltimento dei rifiuti in
Campania[29].
Nel marzo
2008 furono riscontrate
[35] presenze di
diossina nel latte di bufale provenienti da allevamenti del
casertano, attribuite all'inquinamento ambientale, tanto da causare la temporanea sospensione delle esportazioni verso alcuni paesi tra cui
Corea del Sud e
Giappone. A seguito della notizia, che comunque riguardava in maniera limitata gli allevamenti impiegati per produrre la
mozzarella di bufala campana DOP
[36], la vendita di prodotti casertani della
Campania è diminuita significativamente, non solo in
Italia, ma anche all'estero
[37][38][39].