lunedì 14 ottobre 2013

CASI DI TUMORI IN CAMPANIA

La tesi che lega l'aumento dell'incidenza dei casi di tumore all'inquinamento ambientale, che in realtà coinvolge anche altre aree della Campania, è avvalorata dalle confessioni del boss Gaetano Vassallo, legato al clan dei Casalesi, che avrebbe per vent'anni lavorato per sversare sistematicamente in Campania rifiuti tossici corrompendo politici e funzionari del commissariato di Governo[11][12]. La maggior parte dei rifiuti arriva dal nord Italia, come anche affermato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel giugno del 2008[13][14]:
« È assolutamente accertato anche in sede parlamentare [... che ci sono stati ...] sistematici trasferimenti di rifiuti tossici, altamente pericolosi da industrie del nord in territorio campano, con l’attiva cogestione da parte della camorra. »
Nelle campagne campane e nel sangue di alcuni abitanti sono state misurate alte concentrazioni di policlorobifenili (PCB), che sono prodotti da industrie chimiche assenti in regione[15]. Fanghi industriali provenienti da Porto Marghera, per un ammontare di ottomila tonnellate, sarebbero stati smaltiti nelle campagne di Acerra dai clan dei Casalesi, grazie a proprietari dei terreni compiacenti, mascherandoli da compost fertilizzante[16][17]. Emblematico è il caso di una ditta, i cui beni sono stati sequestrati dai carabinieri nell'ambito di un'inchiesta partita il 2006[18], che smaltiva illegalmente rifiuti provenienti da industrie del Veneto e della Toscana riversandoli nei territori di Bacoli, Giugliano e Qualiano, per un totale, in tre anni, di circa un milione di tonnellate e per un fatturato di 27 milioni di euro. La ditta era già stata oggetto di un'inchiesta nel 2003, ma ha continuato ad agire indisturbata ancora per anni[19]. A Marigliano è stata ritrovata interrata un'intera autocisterna piena di sostanze velenose sotterrata in una discarica abusiva[20][21].
A queste attività, si aggiungono i roghi appiccati per eliminare copertoni, o per recuperare il rame dai cavi elettrici[22][23]. I roghi, che producono diossina, sono diventati più frequenti quando potevano essere confusi tra i numerosi roghi appiccati ai cumuli di immondizia durante la crisi dei rifiuti in Campania del 2007-2008. I carabinieri hanno accertato che solo tra gennaio e marzo 2007 sono stati incendiati in terreni agricoli 30.000 chilogrammi di rifiuti con un ricavo di oltre 118.000 euro[22].
La presenza di roghi ha dato il nome all'area a nord di Napoli di terra dei fuochi[24], nome usato da Roberto Saviano nel libro Gomorra come titolo del XI ed ultimo capitolo.
Lo sversamento di rifiuti industriali altamente inquinanti riguarda anche in discariche legali. Già nel 2000 un'inchiesta della commissione parlamentare sui rifiuti[25] ha messo in luce che probabilmente fanghi dell'ACNA di Cengio sono stati smaltiti nella discarica di Pianura[26][27], a Napoli, per un ammontare di almeno ottocentomila tonnellate. Tra gli abitanti delle zone limitrofe alla discarica di Pianura, un'indagine epidemiologica ordinata dalla Procura di Napoli ha dimostrato che almeno 60 persone hanno contratto il linfoma di Hodgkin[28]. Irregolarità negli sversamenti nella discarica di Villaricca emergono anche nelle intercettazioni telefoniche ordinate della Procura di Napoli sulla gestione dei rifiuti da parte della FIBE (società del gruppo Impregilo) che si occupa dello smaltimento dei rifiuti in Campania[29].
Nel marzo 2008 furono riscontrate[35] presenze di diossina nel latte di bufale provenienti da allevamenti del casertano, attribuite all'inquinamento ambientale, tanto da causare la temporanea sospensione delle esportazioni verso alcuni paesi tra cui Corea del Sud e Giappone. A seguito della notizia, che comunque riguardava in maniera limitata gli allevamenti impiegati per produrre la mozzarella di bufala campana DOP[36], la vendita di prodotti casertani della Campania è diminuita significativamente, non solo in Italia, ma anche all'estero[37][38][39].

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